mercoledì 28 settembre 2011

Tre giorni di libertà

















La cattedrale di Ciudad de Guatemala in una foto d'epoca.

26-28 settembre

Finito il seminario, approfitto del tempo rimasto per visitare un poco la città. A occhio e croce è la quarta volta che vengo qui, però non ho visto quasi niente!

Come prima cosa vado al Museo Archeologico Popol Vuh, pieno zeppo di ceramiche Maya e vasi in terracotta di epoche diverse. ASSOLUTAMENTE AFFASCINANTE!














Un'urna funeraria del Museo Archeologico Popol Vuh

Fatto ciò, visito l'adiacente Museo Ixchel, dedicato all'arte tessile Maya dall'antichità a oggi. WOW!















Il Museo Ixchel.

Giro poi per tutta la città a caccia di un libro di difficile reperimento: Pensamiento Filosófico y Espiritualidad Maya. Alla fine lo trovo alla Nawal Wuj, una libreria specializzata. Sono al colmo della gioia :-)!

Non può poi mancare una puntata a una cappella di San Simon, nella zona 6 della città. E' della Asociacion de Sacerdotes Mayas de Guatemala.




















Capilla de San Simon, zona 6

Dopo l'ingresso si entra in una specie di cortile/corridoio, con alcuni negozietti e diverse stanze dove lavorano i sacerdoti (ogni sacerdote ha il suo studio). Ci sono forni per le quemas e tavoli per le consultas. In fondo c'è l'ingresso della cappella.
















L'interno della cappella

















Le due statue di San Simon sono racchiuse in una teca.

















Statua di San Kawok, il Nawal guardiano del benessere.

















La mia "veladora".


Dopo aver reso omaggio ai Santos, torno a case e mi metto a preparare i bagagli.


Domani si torna in Nicaragua!














Terzo Livello di Radionica a Ciudad de Guatemala















Gli allievi al lavoro.

24-25 settembre

Tornato a Ciudad de Guatemala, tengo un Terzo Livello di Radionica. Per un problema di compatibilità di date, questa volta ho solo due allievi: Paola e José Antonio. La situazione è ideale, perché sono molto in gamba e motivati e abbiamo tutto il tempo per lavorare serenamente.

Come prima cosa eseguo io stesso un'analisi dettagliata di una mia nuova cliente. Gli allievi guardano con attenzione il lavoro e, silenziosamente, prendono appunti.

Fatto ciò, li inizio alla delicata arte dell'analisi radionica, passo dopo passo. Lentamente ma implacabilmente i miei amici eseguono un'analisi approfondita di due persone assenti: José Antonio analizza la figlia di Paola, e Paola analizza una suora, amica di José Antonio.
















Analisi radionica (1).


I due studenti sono veramente in gamba, e in poco tempo entriamo in profondità nelle problematiche dei due "pazienti" analizzati.





















Analisi radionica (2)
.

















Analisi radionica (3).


Dietro mia specifica richiesta, gli allievi analizzano anche le frequenze cerebrali dei "pazienti"...
















Analisi radionica (4).


Finito il lavoro, li inizio all'utilizzazione del software "Radionix 2011 ESP" di Antonio Langone (nella versione demo). I miei amici usano il PC ogni giorno, e imparano in un attimo.
















Il software Radionix 2011 ESP (1).
















Il software Radionix 2011 ESP (2).


Tutto fila liscio come l'olio, e i miei intelligentissimi amici finiscono il corso a metà del secondo giorno. Dietro loro specifica richiesta, approfitto del tempo rimasto per insegnargli le nuove tecniche di Raymon Grace per la "Prosperità e Libertà" e "Come energizzare il tuo Business".

Gli allievi sono già abituati al protocollo di base di Raymon ("Energizza la tua Vita"), indi acchiappano al volo anche queste nuove modalità d'uso del sistema.
















Al lavoro con le tecniche di Raymon

Finito il seminario e le sperimentazioni, facciamo il punto della situazione: cercherò di fare con loro il Quarto Livello a dicembre. Se tutto va bene, poi, li inviterò in Nicaragua prima di Pasqua per farli partecipare al Quinto Livello insieme alla classe avanzata di Managua.

Vediamo se il 2012 ci regala in America Centrale un manipolo di bravi Operatori Radionici diplomati ;-)!





domenica 25 settembre 2011

Quemas















La "Capilla de San Simon" a Sololá


20-23 settembre

La mattina successiva parto in perlustrazione per Sololá, per vedere se trovo un posto adatto alle prossime quemas. Trovo la Capilla de San Simon, però è chiusa. Accanto alla Capilla c'è un comedor (trattoria). Sull'uscio del locale noto uno strano movimento di vecchi maya in costume tradizionale. Vado a vedere che succede e mi informano che nel retrobottega c'è una cappella privata di San Simon, dove posso tranquillamente celebrare tutte le quemas che mi pare.















L'esterno del comedor...
















...e il suo interno.


Saluto ed entro insieme ai vecchietti maya. Sono proprio simpatici!
















Nella cappella di Maximon, insieme ai sacerdoti maya.


La cappella è semplice semplice, però non manca nulla. La statua di San Simon è nella nicchia, e sulle sue ginocchia c'è il classico asciugamano su cui versare l'aguardiente delle offerte.

Il sacerdote prepara una bella quema, e mi da il permesso di fotografare tutto, senza problemi.
















La quema del sacerdote


A metà mattinata Aracely arriva a Sololá con diverse persone: oltre ad Ana si è portata sua figlia, la curandera Rosy, e la nipotina. Parteciperanno tutte alle prossime quemas.

Informo la sacerdotessa che ho trovato un nuovo luogo per le cerimonie, La porto nella cappellina e rimane entusiasta. E' un luogo tranquillo, silenzioso e senza tanta gente.

Dopo aver fumato diversi puros, celebriamo la nostra quema (la seconda della serie). Ho solo il permesso di scattare le foto a rituale iniziato, senza ritrarre le persone partecipanti.















La nostra seconda quema.

Le curanderas leggono le ceneri e le braci sia dei sigari che del fuoco. Il pronostico è eccellente: il mio cammino si apre! EVVIVA!!!!

Finito il rituale pranziamo tutti insieme, poi la sacerdotessa se ne va con il suo team, e io gironzolo per la città, ceno e vado a letto.

La mattina successiva facciamo il terzo rituale. Torniamo alla Cappella e iniziamo a fumare i puros. La mia tolleranza al tabacco è vicina allo zero, e dopo il primo mezzo sigarone mi pare di essermi già sparato otto canne di pakistano nero. Però "Parigi val bene una messa", e resisto alla tentazione di uscire di corsa in cortile e vomitare l'anima.

Riesco miracolosamente a farmi scattare alcune foto!!!















Fumando un puro (1)
















Fumando un puro (2)

Finito il lavoro con i sigari, prepariamo la quema e accendiamo il fuoco.
















La terza quema.




















Celebrando la terza quema con il "Su't" rituale come copricapo (notare nel background le mutande stese ad asciugare sul filo).

















Altra vista mozzafiato del lago e del vulcano Atitlán.


La giornata finisce come al solito: le signore se ne vanno e io gironzolo per la città fino all'ora di cena.
















San Simon con il mio guitarrico.

Arriva il giorno dell'ultima quema e ritorno alla cappella con le curanderas. Ho con me il guitarrico (chitarrina spagnola piccina) con cui sto viaggiando. Lo uso per accompagnare le mie canzoni.

Dopo il rituale dei puros Aracely mi chiede di mettere lo strumento in grembo a San Simon, per benedire la mia attività musicale. Mi ha anche portato in regalo una vara, il bastone di legno di Maximon. E' di colore nero ed è lungo circa un metro.

Quando meno me l'aspetto, la sacerdotessa fa suonare un CD di musica di marimba, mi fa impugnare la vara e comincia a ballare. Io come ballerino sono una sega completa, però faccio buon viso a cattivo gioco e mi metto a ballare con lei. Sento l'energia scorrere come un torrente impetuoso. La vara è un oggetto sacro, un vero strumento di potere.

Il 27 ottobre scorso, a San Andrés Itzapa, avevo partecipato alla cerimonia collettiva della vara, dove le persone danzavano al ritmo delle marimbas impugnando a turno il bastone di San Simon. Ed ora eccomi qui, solo undici mesi dopo, insieme a una sacerdotessa maya, a danzare sulla stessa musica impugnando la mia vara.

Prepariamo l'ultima quema e l'accendiamo. Il fuoco scoppietta allegro e le fiamme formano vari mulinelli. E' di ottimo auspicio. EVVIVA!
















L'ultima quema.

Verso la fine del rituale, dietro richiesta di Aracely, prendo il mio guitarrico dal grembo di San Simon e canto un paio di pizziche e un tango. Offro le mie canzoni al nostro Santo e agli altri Spiriti che mi stanno accompagnando in questo sentiero. Il fuoco arde felice e io lo guardo affascinato.

Coraggio Guerrieri della Luce: il cammino è aperto!







Annamo en Guatemala!















In volo verso il Guatemala.

17-19 settembre

Terminata la prima fase di questa missione, lascio il Nicaragua per andare in Guatemala. Mi aspettano diversi giorni di lavoro intenso con i curanderos Maya: sto studiando i loro rituali e le loro tecniche, e ho il morale alle stelle.

Con mio sommo stupore, parlando al telefono con degli amici maya, scopro che nella cappella di Maximon di San Andrés Itzapa i maya mi chiamano "el curandero gringo". Il termine "gringo" sta per statunitense, e la cosa nun me piace, perché sono quasi più latino di loro!!!

Però mi chiamano pure "curandero", e questo è per me un grande onore. In effetti ogni volta che visito quella cappella curo un sacco di amici maya, principalmente con il magnetismo terapeutico e le tecniche di Raymon Grace. Visto che i risultati delle mie sanaciónes sono in genere buoni, alla fin fine il titolo di curandero me lo merito pure... ah! ah! ah!

Ma cosa c'è di bello in Guatemala? Vi mostro una pianta fiorita, semplicemente
una pianta fiorita. Questo è il Guatemala: un paese da mozzafiato!
















Il Guatemala...

Arrivato a Ciudad de Guatemala vado subito in un pueblo vicino alla splendida Antigua per riposarmi per una notte, poi monto su un bus e raggiungo la città di Sololá, sul lago di Atitlan.

















Il mercato Maya di
Sololá.

















Un facchino maya al lavoro.

















Il lago e il vulcano Atitlán visti da Sololá.

















El pueblo maya nella piazza principale di Sololá.


La mia visita in questa città, dove mi fermo alcuni giorni, non è casuale: devo incontrare la mia nuova maestra, la sacerdotessa maya Aracely Zamora. Il contatto è stato creato da una coppia di amici curanderos.
Aracely è un'indigena e pratica la forma di curanderismo maya tradicional. Ho deciso di andare avanti in questo cammino: vediamo che succede.

Arriva il momento dell'incontro con la sacerdotessa, nella piazza principale di
Sololá. Aracely è un'indigena dalla pelle molto bianca, quasi come la mia. E' vestita con il costume tradizionale, è fra i 50 e i 60 anni e ha l'aria sveglia.

Tutto contento voglio scattargli un mucchio di fotografie, però mi blocca e mi dice di non farlo: NON HO IL PERMESSO, perché questo, secondo lei, "taglierebbe" l'energia del lavoro dei rituali, compromettendone l'esito. L'accompagna Ana, una curandera meticcia dalla pelle scura, e la maestra non mi permette di fotografare neppure lei.

PORCAPUPAZZA!!!!! NON POSSO FARE MANCO UN FOTO DI QUESTI DUE PERSONAGGI UNICI, CHE FREGATURA!!!!

Aracely ha con se una pesante cassa di cartone, che contiene gli ingredienti per la prima quema. Mi porta al mercato e mi fa comprare uno splendido panno maya tessuto a mano, il su't. E' il copricapo tradizionale dei maya, e
nelle cerimonie viene usato dagli iniziati.

Saltiamo su un tuc-tuc (i taxi a tre ruote) e andiamo a San Jorge la Laguna. Da qui prendiamo un sentiero, e andiamo a piedi alla grotta sacra Nimajay (
che vuol dire "la grande casa"), dove ero già stato con il sacerdote maya Cesar Sactic il 24 ottobre 2010.















Il sentiero che porta alla grotta sacra Nimajay.

Il cammino è pericoloso: il sentiero fangoso rischia di trasformarsi in un'enorme saponetta scivolosa. Un piede in fallo e si finisce in fondo alla vallata... Aracely ha messo delle scarpette con tacco, decisamente NON IDONEE alla camminata. La aiuto come posso, anche perché se mi si sfascia la sacerdotessa addio rituali!

Altro dettaglio simpatico del luogo: c'è il rischio di essere aggrediti dai banditi e rapinati. Però in fondo ho con me solo quattro soldi e la macchina fotografica, niente di troppo vitale. Il gioco vale la candela: che i Nawales maya ci proteggano!

Arriviamo alla grotta. Conosco il luogo, e mi affascina: HA UN'ENERGIA PAZZESCA!!!
















L'ingresso della grotta Nimajay visto dall'interno.


Come prima cosa Aracely mi porta insieme ad Ana in quattro punti precisi della grotta, dove ci sono tre croci in cemento armato e un luogo rialzato che funge da altare. La volta della grotta è bassissima e il tutto è incrostato da vari centimetri di fuliggine solidificata, frutto di chissa quante centinaia (o migliaia?) di anni di quemas.

Piegato a punto interrogativo accetto i puros (i soliti sigaroni) che mi passa Aracely e comincio a fumare insieme alle due curanderas. QUASI MUOIO SOFFOCATO, perché io non fumo!!!! Comunque mi do un contegno, ed evito di vomitare sul costume tribale della sacerdotessa (non sarebbe una cosa carina da parte mia).

Finita la penitenza (che per me che non fumo è un vero calvario), Aracely prepara nel centro della grotta la prima quema della serie. L'aiuto tirando fuori dal taschino la bussola e indicandole il nord (la cerimonia lavora con i quattro punti cardinali).

Il fuoco sacrificale è costituito da palle di copal nero, candele di vari colori, erbe e incensi. Non ho il permesso di fotografare i preparativi, posso scattare le foto solo quando il rituale è iniziato, a patto di non ritrarre alcuna persona.

La sacerdotessa accende il fuoco, invoca San Simon, poi pratica su di me una sorta di iniziazione: mi pone sul capo il su't e mi insegna a legarlo nella maniera tradizionale. D'ora in poi questo copricapo dovrà sostituire la mia solita bandana ogni volta che celebro un rituale. Questa iniziazione si chiama recibir la mesa (la mesa è il piccolo altare con cui i curanderos pregano e fanno offerte ai Santi).
















La nostra quema nella grotta Nimajay

Come la volta scorsa in questo luogo, in moltissime foto appaiono delle "orbs", ovvero delle manifestaciones espirituales. Più il rituale va avanti, più queste sfere aumentano nelle fotografie, come se la quema attirasse tutti gli Spiriti presenti nei paraggi.
















Manifestaciones espirituales: anvedi che folla! (1)
















Manifestaciones espirituales: anvedi che folla! (2)

Ultimata la quema, ringraziamo San Simon e i Nawales, prendiamo armi e bagagli e rimontiamo su per il sentiero, sotto un pioggerella insistente. A un certo punto metto il piede sinistro in fallo, e per un pelo non ruzzolo giù nella vallata: il terreno argilloso ha ceduto sotto i miei piedi. Mi riacchiappo comunque al volo, e salvo la ghirba.

Incrociamo un signore anziano che va a celebrare un rituale nella grotta. Ha con se un machete dal manico bianco, senza fodero. Guardo la lama di acciaio e ricordo le parole di un amico curandero: "quando ti difendi con il machete i Nawales combattono al tuo fianco!". Mi sa tanto che se arriva un malintenzionato il vecchietto lo fa a fette...

Ritorniamo a Sololá bagnati e infreddoliti. Aracely e la sua assistente prendono il bus per tornare a Chimaltenango. Io vado in albergo, ceno, mi faccio una doccia e mi ficco nel letto.

Così finisce il giorno in cui, durante una quema nella grotta sacra di Nimajay, per mano della sacerdotessa maya Aracely Zamora, ho ricevuto la mia mesa. Ho la vaga sensazione che d'ora in avanti la mia vita non sarà più la stessa.


Grazie mille Hermanito San Simon!






domenica 18 settembre 2011

Crystal Deva Empowerments a Managua















La classe.

14-15 settembre

I Crystal Deva Empowerments di Peggy Jentoft sono un sistema di lavoro con le energie dei cristalli, dove i trattamenti possono essere effettuati con dei cristalli sia "fisici" che "virtuali". Il metodo include moltissime funzioni che, a prescindere dall'uso dei cristalli, risultano estremamente utili in moltissimi lavori radiestesici e radionici (come le funzioni di "Pulizia", "Amplificazione" e "Programmazione").

I CDE ( di cui sono Istruttore Certificato) prevedono una "sintonizzazione" o "iniziazione energetica" preliminare, un pò come si fa con il Reiki. Una volta connessi con i Deva e le Shakti dei Cristalli, gli studenti hanno un accesso diretto a tutte le funzioni del sistema. Basta un poco di pratica, e il gioco è fatto.

Mi sa tanto che questa è la prima volta che i CDE sono insegnati in America Latina. In Italia hanno molto successo, e quasi tutti gli Operatori della Società Italiana di Radionica hanno ricevuto la sintonizzazione a questo sistema (e lo usano a vari livelli con eccellenti risultati).

Dopo le spiegazioni preliminari abbastanza dettagliate e una sessione di "domande e risposte" molto ricca, passo alla "iniziazione" collettiva degli allievi. Li sintonizzo a tutte le funzioni del Sistema e alle energie di 22 tipi di cristallo.
















Sintonizzo collettivamente la classe...

















...e gli allievi vengono iniziati ai CDE.

Fatto ciò, TUTTI gli allievi provano le funzioni di "Pulizia", "Amplificazione" e "Programmazione". Invece di applicarle a delle pietre, per iniziare usiamo dei bicchieri d'acqua del rubinetto (in questo Sistema l'acqua è considerata un "cristallo"). Questa prima esercitazione è un vero successo: l'energia dell'acqua va alle stelle e l'aura del bicchiere si allarga da pochi centimetri ad alcuni metri!
















Pulizia, amplificazione energetica e programmazione di un bicchiere d'acqua. Guardate quanto è giovane (e bravo) questo allievo!

Come sempre nei miei seminari in America Centrale, durante il pranzo canto il mio repertorio di canzoni romanesche e tanghi :-).
















"Pé fà la vita meno amara, me so comprato sta chitara..."


Dopo i primi esercizi con l'acqua passiamo al lavoro sui pazienti: l'Operatore trova radiestesicamente i punti da trattare e i cristalli da utilizzare, si collega quindi alla "Shakti" (potere) dei cristalli prescelti e, con le mani o il pendolo, invia la relativa energia di guarigione nel corpo sottile del "cliente".
















Sanación con i CDE (1).

















Sanación con i CDE (2).

















Sanación con i CDE (3).

















Sanación con i CDE (4).


Nella fase successiva insegno agli studenti a programmare con i CDE una bacchetta di cristallo, per eliminare dolori e praticare una semplice forma di "chirurgia dei corpi sottili". La cosa gli piace un botto, e si applicano con entusiasmo (e con molto successo).





















Sanación con la bacchetta di cristallo.

A questo punto perdo completamente i freni inibitori, e spiego che al posto della bacchetta di cristallo si possono programmare coltelli e machete per effettuare le stesse forme di guarigione. Gli studenti mi guardano con aria interrogativa, però la maggior parte della classe mi conosce, e ormai gli allievi non si meravigliano più di niente... ah! ah! ah!
















Sanación con il machete (1).

















Sanación con il machete (2).

















Sanación con il machete (3).

















Sanación con il machete (4).

Passiamo alla parte dedicata all'uso delle "griglie di cristalli virtuali": aiutandosi con il pendolo, si scelgono i cristalli giusti per il trattamento, si scrive il loro nome su un pezzetto di carta, si collocano i pezzetti di carta così preparati sopra o intorno al corpo del paziente, si attiva il tutto con le funzioni dei CDE, si misura radiesteticamente il tempo del trattamento e il gioco è fatto. Queste "griglie virtuali" funzionano più o meno come le griglie di cristalli reali che si usano in cristalloterapia.
















Preparazione di una "griglia di cristalli virtuali" (1).

















Preparazione di una "griglia di cristalli virtuali" (2).

Termino il corso spiegando per l'ennesima volta le tecniche di base di Raymon Grace. Questo è diventato per me un vero e proprio "obbligo morale" ogni volta che tengo un seminario dedicato alle sanaciónes.















Al lavoro con le tecniche di Raymon.