mercoledì 7 dicembre 2011

Con i Maya a Sololá


















La piazza principale di Sololá

27-30 novembre

La mattina, puntuale come un orologio svizzero, don Oscar mi viene a prendere con il suo taxi. E' una persona estremamente cortese e professionale, e so che posso contare su di lui al cento per cento. Viaggiare sempre in taxi mi costa un accidente, però è molto più veloce e sicuro degli autobus pubblici.

Dopo poco meno di tre ore di automobile arriviamo a Sololá, e trovo al volo un hotel abbastanza decente (anche se fa un freddo cane e mi devo far portare nella stanza una stufa elettrica). Mi preparo per la prima giornata di rituali maya.

Aracely, la sacerdotessa, arriva più tardi con l'assistente, e ci incontriamo nella piazza principale. Come prima cosa mi porta in un negozio di candele ed articoli magici, per comprare il materiale della prima quema.















Il negozio di candele e articoli esoterici nella piazza principale di Sololá

Acquistiamo le solite palle di copal nero, varie erbe, incensi, lozioni magiche e candele. Annoto scrupolosamente tutto sul mio quaderno di viaggio, perché queste informazioni mi permettono di celebrare le quemas da solo.

Fatto lo "shopping esoterico" montiamo su un taxi a tre ruote e, come la volta scorsa, andiamo nella piccola cappella privata di San Simon che sta nel retrobottega di un comedor.





















San Simon

Come prima cosa prendo la macchina fotografica digitale e mostro alle signore le foto e i brevi video di una quema che ho celebrato da solo nel terrazzo di casa mia prima di partire. Le due donne paiono entusiaste del lavoro che ho svolto e, "leggendo" dalle foto la forma e il colore della cenere e della brace, si congratulano con me per la riuscita del rituale. Sono molto felice :-)!

Aracely ordina quattro pasti completi per lei, la sua assistente, me e San Simon. Offro quindi cibo, sigari, aguardiente e una banconota alla statua del Santo e mi siedo insieme alle curanderas a fumare i puros.

Questa è per me la parte più dura del training come ajq'ij: non sono avvezzo al tabacco, e fumare questi sigaroni mi uccide...















Puros e candele

La cerimonia dei puros è semplice: si saturano con le preghiere delle candele colorate, e con queste si accende il sigarone. Mettiamo sul pavimento dei fogli di giornale e dei sacchetti di plastica. Quando si fuma è necessario sputare in terra abbastanza spesso, e facciamo del nostro meglio per non insozzare il luogo sacro, cercando il più possibile di far centro con lo sputo nella carta e nella plastica.

Tengo accanto a me una bottiglia di acqua. Fumo molto lentamente, sputo spesso e ogni tanto bevo una sorsata. Arrivato alla metà del mio primo puro, vedo che le due curanderas sono già al quarto sigarone: porcapupazza quanto fumano veloce, e senza nessuna difficoltà... :-( !

La lettura delle braci e della cenere dei puros è eccellente. In tutto me ne sparo tre, e alla fine temo di rendere l'anima al Creatore. Miracolosamente, però, sopravvivo alla overdose di nicotina, e senza neanche vomitare! Le due signore si congratulano, perché sto "imparando".

Alla fine mettiamo in terra i sigari e le candele accese, che bruciano tranquillamente.

Passiamo quindi alla prima quema della serie. Aiuto Aracely a preparare il fuoco sacro, sempre prendendo appunti nel mio quaderno di viaggio. Quando è pronto accendiamo il tutto. La sacerdotessa recita le orazioni propiziatorie a San Simon e ai Nawales maya.
















La prima quema (1)

















La prima quema (2)


Tutto va per il meglio, e siamo molto contenti del risultato.

Mi accorgo, però, di aver fatto una fesseria: arrivare in Guatemala dopo un viaggio massacrante e subito tuffarmi nel lavoro rituale senza neppure un giorno di riposo mi sta tagliando le gambe. Finita la quema vado di corsa a riposarmi... La prossima volta cercherò di essere più saggio e di valutare bene le mie forze.

Il giorno successivo ripetiamo il lavoro: prima i puros, poi la quema. Questa volta Aracely compra dei coni di copal invece delle solite palle. Il risultato è che la quema appare molto più alta della precedente.















La seconda quema (1)

Mentre il fuoco sacro arde, scatto delle fotografie e nelle fiamme appaiono figure di strani esseri e di animali.

















La seconda quema (2)


Il terzo giorno è per me molto speciale: devo preparare una quema tutto solo, sotto gli occhi vigili di Aracely e dell'assistente, che controllano che tutto fili liscio. In effetti prima di partire dall'Europa mi sono molto esercitato, quindi l'operazione mi riesce in maniera sciolta e sicura.

















La terza quema (1)


















La terza quema (2)


Terminato il rituale, metto in mezzo Aracely e, registratore mp3 alla mano, la intervisto. Mi faccio spiegare nei dettagli una MONTAGNA di cerimonie da fare con il fuoco, per curare malattie e risolvere problemi di tutti i tipi (denaro, amore, fortuna ecc. ecc.).

Tornato a casa preparerò un bel "ricettario" dettagliato, e questo mi aiuterà molto nelle mia futura pratica dei rituali maya.

Termina così il mio primo periodo di lavoro con le curanderas.

La mattina del mio ultimo giorno a Sololá vado di nuovo a salutare San Simon, poi mi viene a prendere don Oscar e, in taxi, mi porta in un hotel di Ciudad de Guatemala per passare la notte.

Coraggio, domani si va a Managua!




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